Una gara in salita per i biancoverdi di Catenaccio-Scala che, dopo la scorpacciata di 48 ore prima contro Cesano Boscono, vengono sdraiati senza se e senza ma da un Pentagono fisicamente ed anche tecnicamente superiore.

Una lezione di gioco organizzato offensivo con continui back door sia sulla generosa difesa individuale che sulla zona biancoverde, conditi da una difesa a uomo a tratti in pressing a tutto campo che toglie lucidità ai nostri, costretti a superare a fatica la linea di metà campo e a dare palle poco giocabili alle bocche da fuoco Cian e Piccolo, stasera inamidati di loro.

Si parte con un 4 pari che resta l'unico momento di equilibrio di una gara che già alla fine del primo quarto vedeva i gialloblu padroni di casa oltre i 10 punti di vantaggio, divario poi resosi costante per il resto della gara, con Pentagono a pressare, rubare palla, costruirsi cinicamente con dai e cambia e dai e segui i varchi per affondare la difesa del San Pio, caricando i nostri frombolieri di falli. Catenaccio e Scala provano a cavar sangue dalle rape e con una zona abbastanza chiusa, per lo meno si impedisce nel secondo quarto di lasciar andar via gli avversari (inchiodati una vita sul 28...), ma noi nei 3 minuti e mezzo in cui li annulliamo in attacco, segniamo la miseria di 3 liberi passando da 28-15 a 28-18...tanta fatica per niente.

Privi di una chiara fonte di gioco, nel terzo quarto ci affidiamo a Pozzi (stasera alla sua miglior gara di quest'anno) e Francisco Tavarez che per lo meno inventano qualcosa che ci tiene a ruota, sino a risalire nel finale di ultimo quarto da -19 a -13 palla in mano a 4 minuti dal termine, quando però cicchiamo 5 liberi consecutivi, dopo aver fallito un contropiede clamoroso che potevano farci rientrare. Per giunta Pozzi alla fine si fa male ad un ginocchio. Finisce comunque con un dignitoso -11 (75-64).

Organizzazione, fisico e tecnica contro cuore e fantasia. Un tema improbo per questo San Pio, i cui limiti, certo ampliati dalle assenze di Brescianini e Ciccone, però si sono evidenziati contro una signora squadra, che mostra nel tempo l'ottimo lavoro condotto su questo gruppo negli anni passati da coach Ierardi (oggi in prima squadra), che ha avuto il vantaggio di allenare su progetto per anni gruppi omogenei presentatisi compatti all'appuntamento... Personalmente in questo Pentagono non ho visto alcuna stella (Petrosino e Villa sono in AJ), ma gente fisicamente ruspante che sa stare in campo disciplinata, responsabilizzata sì. Credo che neppure al completo ce l'avremmo fatta. E non suoni a detrimento di chi sta guidando ora il gruppo (troppo pochi 2 mesi e mezzo ma, a ben vedere, anche un anno e mezzo). L'importante è ricordarsi che le giovanili restano un ambito di miglioramento per tutti e che il lavoro programmato negli anni paga.

Costruire i giocatori è difficile, soprattutto nell'età fra i 14 ed i 19 anni: ci vogliono mesi di lavoro e dedizione da parte del giocatore in primis,  ma anche dell'allenatore, per fare attraversare all'atleta la soglia della normalità e spingerlo all'eccellenza; purtroppo ci vuol poco per risospingerlo nel limbo della mediocrità (un infortunio o un rapporto di sfiducia) ... dopo è dura recuperarlo. Il Pentagono pare abbia avuto questa pazienza. Sono anche queste le lezioni da trarre per un San Pio migliore.

14.01.08

old voit.